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In cosa consiste la registrazione degli atti
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(G.U. n. 22 del 26/1/2013)

Che cosa vuol dire registrazione in caso d'uso?

In cosa consiste la registrazione degli atti.

di Avv. Alessandro Gallucci 
www.condominioweb.com

La registrazione degli atti è un'operazione che consiste nel loro deposito presso l'agenzia delle entrate competente (in origine presso l'ufficio del registro) e nel correlativo onere di pagamento di un'imposta, vale a dire l'imposta di registro.

La normativa di riferimento è rappresentata dal d.p.r. n. 131/86
DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 26 aprile 1986, n. 131

Ai sensi dell'art. 1 del suddetto decreto presidenziale: “l'imposta di registro si applica, nella misura indicata nella tariffa allegata al presente testo unico, agli atti soggetti a registrazione e a quelli volontariamente presentati per la registrazione”.

Si è soliti dire che gli atti devono essere registrati:

a) obbligatoriamente;

b) in caso d'uso;

c) volontariamente.

Un esempio di atto che dev'essere registrato obbligatoriamente è rappresentato dal contratto di locazione ad uso abitativo.

Che cosa vuol dire registrazione in caso d'uso?

Ai sensi dell'art. 6 del d.p.r. n. 131/86:

Si ha caso d'uso quando un atto si deposita, per essere acquisito agli atti, presso le cancellerie giudiziarie nell'esplicazione di attività amministrative o presso le amministrazioni dello Stato o degli enti pubblici territoriali e i rispettivi organi di controllo, salvo che il deposito avvenga ai fini dell'adempimento di un'obbligazione delle suddette amministrazioni, enti o organi ovvero sia obbligatorio per legge o regolamento.

Se si litiga in merito, ad esempio, ad un contratto di locazione stipulato per un periodo di tempo inferiore a trenta giorni e la parte che pretende, ad esempio, un credito o un risarcimento lo deposita presso la cancelleria tra gli atti offerti al giudice per la decisione, allora quel contratto dev'essere registrato?

Non rappresenta caso d'uso, questo almeno il consolidato orientamento espresso dalla dottrina, il deposito di atti eventualmente soggetto a registrazione in caso d'uso in occasione di azioni giudiziarie non rappresenta quel così detto caso d'uso di cui stiamo trattando.

La tariffa allegata al d.p.r. n. 131/86 determina l'importo dell'imposta che il depositante è tenuto a versare.

L'art. 39 del d.p.r. n. 131/86 ricorda che: “per gli atti soggetti a registrazione in caso d'uso l'imposta è applicata in base alle disposizioni vigenti al momento della richiesta di registrazione”.

Per portare un esempio di atto soggetto a registrazione in caso d'uso, facciamo riferimento all'art. 2-bis della parte seconda della tariffa allegata al d.p.r. n. 131/86. A mente di tale disposizioni sono soggetti a registrazione in caso d'uso: “Locazioni ed affitti di immobili, non formati per atto pubblico o scrittura privata autenticata di durata non superiore a trenta giorni complessivi nell'anno”. Come ricorda l'agenzia delle entrare per calcolare i suddetti trenta giorni occorre “far riferimento al rapporto di locazione e di affitto dell'immobile intercorso nell'anno con lo stesso locatario e affittuario” (Circolare n. 12/E del 16 gennaio 1998).

È utile ricordare, infine, che la registrazione attribuisce data certa al documento che ne rappresenta l'oggetto.

=> Il contratto di comodato gratuito dev'essere registrato?

=> Registrazione della modifica del contratto all'agenzia delle entrate



fonte http://www.condominioweb.com/in-cosa-consiste-la-registrazione-degli-atti.12311